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Malattia da reflusso gastro-esofageo

Si calcola che in Italia circa 2 milioni di persone soffrano di malattia da reflusso gastro-esofageo,  cioè di un’alterazione causata dal reflusso di succo gastrico in esofago, con insorgenza di sintomi detti “tipici” quali bruciore, eruttazioni, peso epigastrico, o “atipici” quali il dolore toracico, la tosse cronica, alterazioni del tono della voce e in molti casi lesioni dell’esofago (quali esofagiti o altre patologie).

 

Il problema è tipico dei paesi industrializzati, nei quali la malattia da reflusso causa milioni di visite, di esami strumentali e cure spesso croniche ed è da mettere in relazione ad alimentazioni errate, alta prevalenza di sovrappeso ed obesità e vita sedentaria. Il trattamento della malattia prevede l’utilizzo di farmaci e la rinuncia al fumo per chi ha questa “malsana” abitudine, che aggrava la patologia.

 

Dal punto di vista nutrizionale, quali sono le regole da seguire?
Ciò che accade spesso è che infatti, negli ambulatori medici vengano addirittura distribuiti dei pieghevoli che elencano tutta una serie di alimenti assolutamente vietati, quando invece la problematica va affrontata con ragionevolezza.
Vi sono infatti degli alimenti, o abitudini, in effetti da vietare, come il consumo di superalcolici, ed altri da sconsigliare: l’assunzione routinaria di caffé, the, cioccolata, menta, o bevande del tipo cola che contengono sostanze che riducono l’efficienza dei meccanismi di difesa dell’esofago. Va detto che il caffé o il the non fanno venire l’esofagite ma possono peggiorare i sintomi in alcuni. Vi sono infatti pazienti con reflusso che non possono neppure pensare al caffé, pena l’insorgenza di nausea e bruciori, e altri nei quali la bevanda non crea alcun problema.
Ancor peggio il discorso per pomodori ed agrumi, cibi dotati di importante valore nutrizionale in termini di vitamine ed anti-ossidanti, che sarebbe del tutto errato escludere dalla dieta perché “acidi”. Se in corso di infiammazione questi alimenti possono indurre la comparsa di sintomi, quando il paziente è adeguatamente trattato può, o meglio deve, assumerli tranquillamente. Ovvio è che i cibi grassi rallentano la digestione e peggiorano il reflusso, ma il consumo di cibi grassi dovrebbe esser ridotto da parte di tutti, così come quello delle bevande gassate perché gonfiano lo stomaco.

 

In sostanza le misure da consigliare sono quelle di sempre: una sana alimentazione, condimenti come l’olio d’oliva usato a crudo, un pasto tranquillo durante il quale gli alimenti vengono masticati in modo adeguato e durante il quale non si ecceda con i liquidi (meglio assumerli di più lontano dai pasti e non prima di coricarsi) ed un certo calo ponderale.