Siamo alla conclusione di un altro anno e di un altro percorso: abbiamo esplorato insieme le tendenze legate al cibo e abbiamo fatto chiarezza su come approcciare a queste con consapevolezza, senza mai perdere di vista l’obiettivo principale che è quello di una dieta sana ed equilibrata.
L’ultimo trend che vogliamo affrontare è quello legato ai grassi.
Negli ultimi anni, infatti, i prodotti a ridotto apporto lipidico sono diventati sempre più protagonisti nelle scelte dei consumatori che tendono a considerarsi più attenti alla salute. Questa tendenza non può essere liquidata come “moda passeggera”, ma si inserisce in un contesto più ampio di consapevolezza verso un’alimentazione che può contribuire al benessere generale. Tuttavia, è bene comprendere cosa dovrebbe guidare l’eventuale scelta di tali prodotti senza correre il rischio di demonizzare i grassi ed escluderli totalmente dalla nostra dieta.
Infatti, il rischio, come già avvenuto in passato, è quello di metterli sotto accusa senza considerare che non sono tutti uguali per la nostra salute e che svolgono ruoli fondamentali nell’organismo in quanto componenti essenziali delle membrane cellulari, necessari per l’assorbimento di vitamine liposolubili (A, D, E, K) e per la produzione di ormoni.
In sintesi, senza grassi il nostro corpo non può funzionare in maniera ottimale.
Come detto è importante fare una distinzione tra i diversi tipi di grassi.
I grassi saturi, presenti soprattutto in carne rossa e latticini, sono stati associati a un aumento del colesterolo LDL (“cattivo”) e a un aumento del rischio per patologie cardiovascolari.
Per tale ragione la quota che dovremmo assumere quotidianamente non dovrebbe superare il 10% del fabbisogno calorico (circa 20 g per un fabbisogno di 2.000 kcal).
Al contrario i grassi insaturi, come quelli presenti nell’olio extravergine d’oliva, nel pesce, nei semi e nella frutta secca, sono considerati benefici per la salute cardiovascolare. La dieta mediterranea, ad esempio, è ricca di grassi insaturi e ha dimostrato di ridurre il rischio di malattie cardiache.
Se la nostra scelta è quindi quella di limitare i grassi, in particolare quelli saturi, nella nostra alimentazione, sicuramente alcuni alimenti appositamente formulati possono fare al caso nostro. Tuttavia, il basso contenuto o l’assenza di grassi non significa automaticamente che il prodotto sia “salutare”.
È essenziale leggere attentamente le etichette nutrizionali perché in alcuni casi potrebbero
contenere quantità elevate di zuccheri, sale o additivi.
Prodotti così formulati possono contraddire i possibili effetti positivi della riduzione dei grassi, specialmente se consumati in eccesso.
Vista la grande varietà di referenze senza o a basso contenuto di grassi, per rendere più facile la scelta orientati con la tabella che trovi qui sotto.
In conclusione, un consumo informato e moderato di questi prodotti, deve collocarsi all’interno di una dieta equilibrata. La salute infatti si ottiene con una dieta variata e completa di tutti i nutrienti che puoi ottenere seguendo lo schema del piatto unico.
È importante, poi, ricordare che concedersi un’eccezione (più “spinta” come ad esempio un pasto più ricco in grassi) non compromette una dieta bilanciata. Una singola occasione speciale, come un pasto natalizio ad esempio, non influisce negativamente sulla nostra salute, se inserita in un contesto di abitudini sane e regolari.
Anzi, permettersi qualche sfizio può avere un impatto positivo, riducendo lo stress e
favorendo il piacere della convivialità.
L’importante è tornare poi a seguire una routine alimentare equilibrata, che fornisca tutti i nutrienti necessari al nostro organismo, e a consumare porzioni controllate.
In fondo, la vera chiave per il benessere è la costanza nel tempo, non la perfezione assoluta.