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Aspetta un momento: è il tempo del cibo

Fin dalla tenera età veniamo sottoposti a orari, scadenze e regole che ci costringono a comprimere  i nostri ritmi di vita, nella convinzione che il tempo non vada sprecato e che la quantità sia lungamente più importante della qualità. L’autrice ci aiuta a riflettere su questo presupposto e a riconoscere i pericoli dell’urgenza, quella che ci impone  il mondo e quella che imponiamo  a noi stessi, per mostrarci una filosofia di vita basata invece sul prendersi il proprio tempo e sul decelerare il ritmo frenetico delle nostre vite stressanti. L’arte della lentezza ci insegna a disconnetterci  dal mondo esterno e a riconnetterci  con noi stessi”.

Sono queste le parole di presentazione di un piccolo quanto interessante volume intitolato proprio “L’arte della lentezza”, scritto dalla giornalista francese Véronique Aïache. Nel sistema sociale nel quale viviamo, governato dalla filosofia del “tutto e subito”, per intraprendere un cammino che ci aiuti a raggiungere un nostro intimo benessere può risultare utile mettere in atto strategie mirate a definire, ove possibile, ritmi e tempi più consoni al nostro corpo e alla nostra mente.

Riparti dalla natura

Nel processo di riscoperta dei nostri personali tempi biologici ci può essere di esempio la natura che ci mostra, se saremo disposti a osservarla, quanto la vita ha necessità dei giusti tempi, dei giusti spazi, dei giusti ritmi, senza i quali non può esserci alcun equilibrio. Il chicco di grano, una volta seminato, deve necessariamente riposare sotto il manto di terra in attesa del momento opportuno per dimostrare al mondo intero di essere ancora vivo, facendo sbucare il suo piccolo germoglio, origine di una nuova pianta in grado di produrre, nella giusta stagione e nelle condizioni perfette, il frutto tanto atteso: nuovi chicchi per la semina e pane per chi si deve sfamare. La goccia d’acqua riposa gelata sulla sua cima innevata per mesi e poi, con i primi tepori primaverili, si scioglie, scende a valle prima in piccoli rivoli, poi in ruscelli e fiumi, per arrivare infine al mare e poter tornare così nuovamente all’atmosfera dando vita e continuità al ciclo dell’acqua tanto importante quanto necessario per ogni essere vivente.

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Cibo e lentezza

L’economia della natura è zeppa di esempi in grado di dimostrarci che la forza della vita, l’essenza del buono e della salute risiedono proprio nel gustare l’attesa, nel saper rispettare i giusti tempi. Questi principi che sottendono le leggi della natura e che ci paiono, in quell’ambito, scontati e persino banali, sembrano al contrario insostenibili se pensiamo di applicarli al nostro quotidiano; è però incontestabile il fatto che mettere in pratica la giusta lentezza, con pazienza e perseveranza, sia fonte di benessere. E questo vale anche per il nostro rapporto con il cibo, il nutrimento del corpo. Sedersi a tavola, prendersi un tempo di pausa, cercare nel pasto  un momento per rilassarsi e mangiare più lentamente consente di assaporare, di godere di aromi e di sapori, di sentirsi molto più soddisfatti a fine pasto. Sentirsi appagati è provare un’emozione molto più intensa, significativa e piacevole rispetto al mero senso di riempimento dello stomaco.
Ma, per quanto importante, la soddisfazione non è il solo beneficio del mangiare con i giusti tempi: fare bocconi più piccoli e masticarli più a lungo permette di digerire meglio i cibi, di introdurre meno calorie e quindi, di mantenere o controllare meglio il peso corporeo. Sono necessari, infatti, circa venti minuti dall’inizio di un pasto perché il cervello sia in grado di percepire i segnali della sazietà: uno dei vantaggi più importanti del mangiare con la giusta lentezza è che concediamo al nostro corpo il tempo che gli è necessario per riconoscere di essere sazio. Al contrario, mangiando di fretta, i pasti anziché rappresentare dei momenti di ristoro e benessere diventano stressanti, la digestione ne risente, può avere il sopravvento l’impressione di avere mangiato troppo poco o di avere finito troppo presto e di avere bisogno di altro cibo. Mangiando velocemente i nostri segnali naturali di sazietà entrano in azione troppo tardi con il risultato che ci ritroviamo ancora a mangiare oltre il necessario o, come spesso purtroppo accade, fino all’esagerazione. Quando rallentiamo, assaporiamo meglio il cibo, prestiamo attenzione  ai profumi, ai gusti e alle consistenze, apprezzando ogni boccone  con completa consapevolezza, ci alziamo da tavola sentendoci bene dentro, nell’animo, anche se abbiamo consumato una pietanza semplice o un pasto frugale, perché quel cibo è entrato a far parte di noi, ha nutrito il nostro corpo e ne abbiamo avuto  la percezione. Spesso basta fermarsi a pensare a quello che si sta facendo per riuscire a rallentare. Questa semplice strategia può spostare la nostra attenzione, aiutando a focalizzarci nuovamente e di ritrovare così un senso di controllo. Il controllo delle situazioni, dei momenti, delle scelte sarà l’ingrediente strategico per arrivare a ottenere con pazienza un benessere completo imparando e comprendendo cosa è buono e cosa è meno buono per noi.

PER APPROFONDIRE: Pratica il mindful eating e impara a mangiare con consapevolezza

Un po’ di pratica

Per te alcuni suggerimenti pratici per provare a coltivare con pazienza tempi e ritmi nuovi nel tentativo di trasformare  il momento del pasto in un momento speciale:

01 Scegli sempre di sederti, possibilmente in un ambiente tranquillo, gradevole, poco rumoroso, con distrazioni minime.

02 Presta attenzione al cibo: evita di mangiare mentre guidi, mentre guardi  la TV, mentre scrivi o fai dell’altro; impara a spegnere o ad allontanarti da ogni dispositivo (smartphone, tablet, pc).

03 Fa’ in modo che durante  i pasti non manchino mai cibi ricchi di fibre, che richiedono più tempo per essere masticati come verdura e frutta fresche.

04 Prova a iniziare il pasto mangiando la verdura cruda prima di tutto il resto,  come antipasto.

05 Appoggia le posate  tra una forchettata e l’altra, aspetta un momento, respira; se mangi con altre persone, divertiti a chiacchierare  tra un boccone e l’altro.

06 Pensa a un numero minimo di masticazioni per boccone, se non riesci a rispettare l’obiettivo che hai immaginato prova ad aggiungere due masticate a quelle che riesci a fare naturalmente.

07 Prova a preventivare un tempo di almeno 20-30 minuti da dedicare a ogni pasto e, possibilmente, anche più lungo per la sera a cena.