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Conoscere il cibo per un futuro migliore

Quando si discute dei problemi del sistema alimentare, ovunque nel mondo, è difficile individuare un’unica priorità, poiché si tratta sempre di sistemi molto complessi. Tuttavia, sempre più frequentemente, si riesce a trovare una convergenza sulla necessità di agire attraverso gli strumenti educativi, per mettere i giovani nelle condizioni di disporre di maggiori conoscenze, affinché possano essere attori consapevoli all’interno di quegli scenari complessi.

Conoscere significa essere consapevoli

Nel mondo di oggi prevalgono modelli alimentari omologati, sostenuti da sistemi di produzione, distribuzione, comunicazione, che propongono il consumo di cibi slegati dal contesto culturale e territoriale di origine. Trovare il tempo e gli strumenti necessari per sviluppare un pensiero e un senso critico sul cibo, oggi, non è facile: in società, a scuola e in famiglia sono sempre più rare le occasioni di confronto. Il legame con la terra, con l’ambiente rurale che produce la nostra alimentazione, si è interrotto già da alcune generazioni e spesso anche gli adulti si ritrovano incapaci di immaginare, capire e valutare tutto quanto sta a monte della lista di ingredienti sull’etichetta. Per questo è di capitale importanza creare consapevolezza nelle persone affinché siano in grado di orientare le proprie scelte in favore dei prodotti che esprimono al meglio il territorio, per sostenere chi ne custodisce l’equilibrio ambientale, la biodiversità, le risorse naturali.
Lavorare sulle giovani generazioni è fondamentale in tal senso, poiché sono proprio gli anni della scuola dell’obbligo quelli in cui è più facile trasmettere questi insegnamenti, che saranno poi utili per tutta la vita. Oggi la scuola, dopo i lunghi mesi di chiusura dovuti alla pandemia, tra mille incertezze, deve far fronte a uno scossone epocale, che costringe i suoi addetti a rivedere regolamenti e consuetudini acquisiti e stratificatesi nei decenni. Il momento, però, è anche un’irripetibile occasione per poter finalmente adottare nuove prospettive, adatte a far fronte alle sfide del mondo che verrà. I nuovi modelli economici e culturali di cui il nostro Paese (ma in realtà l’intero Pianeta) ha bisogno, vengono solo sfiorati negli attuali piani didattici e questo è spesso chiaro a insegnanti e genitori (e da un certo momento in poi, agli stessi studenti). Le risposte, come sempre, non sono facili da trovare, tuttavia non mancano i modelli a cui ci si può ispirare e le storie che, da tempo, mostrano nuove prospettive e offrono già concrete risposte.

I progetti di slow Food per le nuove generazioni

È il caso dei programmi sviluppati in oltre 30 anni di esperienza da Slow Food: la nostra associazione da anni lavora sull’educazione alimentare con vari e diversi approcci, in molti paesi del mondo, indirizzandosi a una molteplicità di soggetti. Capofila di tutte le attività in ambito scolastico è il progetto Orto in Condotta – gli orti scolastici di Slow Food, nato negli Stati Uniti già nel corso degli anni ’90 e dall’inizio del nuovo secolo sviluppatosi in maniera significativa anche in Italia (dove oggi si contano più di 500 progetti in scuole di ogni ordine e grado e in tutte le regioni della Penisola). Con questo progetto Slow Food promuove l’idea che l’educazione alimentare diventi una materia d’insegnamento in tutte le scuole dei diversi ordini. Attenzione però: essa non deve essere trattata come una materia noiosa e arida, limitata alle nozioni nutrizionali: il cibo è piacere, convivialità, ma anche territorio, ambiente, ecosistemi. L’educazione alimentare deve essere un modo per svolgere in maniera applicata anche altre materie: biologia, scienze naturali, geografia…e per far sperimentare i cicli della natura e della terra.

Adulti e bambini devono essere messi in condizione di capire da dove proviene il cibo, come è stato prodotto e da chi, per fare scelte responsabili e utili alla loro salute e all’ambiente. È anche per questo motivo che abbiamo scelto di avviare una collaborazione con Despar, che come noi da anni porta avanti un progetto di educazione alimentare nelle scuole (Le Buone Abitudini): perché condividiamo la stessa missione e perché crediamo di poter preparare il terreno fertile per un cambiamento importante.

Testi di Paolo Nano, referente della comunicazione per i focus tematici di Slow Food.