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La certificazione DOP

La sigla DOP significa Denominazione di Origine Protetta e si utilizza per tutti i prodotti agroalimentari che hanno un legame molto forte con il territorio di provenienza.

 

Ad eccezione di vini e bevande alcoliche non contemplati da questa categoria, i prodotti DOP si distinguono dagli altri in quanto vengono indagate prima di tutto la provenienza delle materie prime, la territorialità e la metodologia produttiva, caratterizzata da procedimenti “tradizionali” e fortemente connotati con la storia ed il vissuto del territorio.

 

Oltre a questa componente “sociale”, il marchio DOP tutela anche il processo produttivo, la trasformazione e l’elaborazione che deve avvenire in un’area geografica delimitata. Ciò può avvenire a patto che ogni fase del processo produttivo ed ogni materia prima si trovi nella zona geografica delimitata e di cui il prodotto porti il nome, e che ogni passo segua un rigido protocollo disciplinare di produzione.

 

Per fare un esempio, il formaggio Asiago DOP, pressato e stagionato tra le province di Trento, Vicenza, Padova e Treviso, contiene latte di sole mucche venete e trentine e deve rientrare in specifiche caratteristiche di stagionatura, forme, dimensioni, peso, crosta, pasta e sapore per poter fregiarsi della certificazione europea.

Vuoi saperne di più sul formaggio Asiago DOP? Leggi qui la sua storia e cosa lo rende speciale!

 

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Molto spesso il marchio DOP viene tutelato anche grazie al lavoro di un consorzio di produttori del territorio, che promuovono e informano sull’esistenza della certificazione, e allo stesso tempo vigilano sulla sua bontà, segnalando abusi o inadempienze.
Il marchio DOP è infatti il più rigido riconoscimento europeo per i prodotti agroalimentari, ed è riconoscibile dal caratteristico logo giallo e rosso che raffigura un campo arato. Fino a maggio 2010 era possibile trovare stampato sulle etichette dei prodotti anche il precedente logo, a colori blu e giallo.