All’articolo 1 della sua costituzione, l ’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) afferma: “la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non consiste solo in un’assenza di malattia o d’infermità”. Questa definizione a una prima scorsa ci sembra lineare, semplice e quasi ovvia. Appena si tenta però di afferrarne i l senso univoco più generale si rende evidente una complessità: essa svuota infatti il concetto di salute dall’oggettivo e misurabile significato di “assenza di malattia” e gli sostituisce quello molto più ricco e completo, ma sostanzialmente soggettivo, di “uno stato di completo benessere” non solo fisico ma anche mentale e sociale, che comprenda in sé anche lo stato di assenza di malattia o infermità.
Ma cos’è l a salute allora? Cosa determina lo “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”?
Per come è posta, esistono tante risposte a questa domanda quanti sono gli uomini sulla terra. Il benessere, per quanto si cerchi di definirlo univocamente, resta una condizione legata al personale modo di percepire di ciascuno: nella percezione dello stato di benessere non sono le circostanze e quanto esse vengano comunemente ritenute accettabili a essere determinanti, ma, piuttosto, è come ci si relaziona ad esse a fare la differenza.
Se vogliamo sperare di trovare una risposta sul significato di “salute”, allora, dobbiamo cambiare la forma della domanda e provare a chiederci: “Cosa determina il mio stato di completo benessere fisico, mentale e sociale?”. Vista sotto questa luce la salute, nella sua accezione più ampia, non è più perciò “una cosa che mi accade (o meno)”, è piuttosto uno stato di equilibrio interno da ricercare. In qualunque situazione ci troviamo, percepiremo uno stato di maggior benessere nella misura nella quale riusciremo a cogliere il positivo qui e ora, nella misura nella quale manterremo una condizione attiva di fronte agli eventi ma, al contempo, non cercheremo di piegare quelli ineluttabili a nostro piacimento (salvo poi vivere la frustrazione di non essere riusciti a farlo).
Questa ricerca (come ogni ricerca) non può avvenire alla cieca ma richiede una posizione di costante consapevolezza di noi stessi e la determinazione di essere noi stessi a guidare le nostre scelte, anche nelle piccole cose, verso ciò che ci fa stare meglio fisicamente, mentalmente, socialmente, qui e ora. Se imboccheremo e ci manterremo in questo personale cammino, potremo anche noi come Voltaire dire: “ Oggi ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute”.