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La cottura per ebollizione

La bollitura è una tecnica di cottura antichissima quanto semplice.

 

I principali vantaggi di questo metodo sono:

• l’assenza di grassi: per cucinare con il metodo della bollitura non è infatti necessario alcun condimento, che appesantisce e rende più calorica la pietanza. Ovviamente il condimento si può aggiungere a crudo in un secondo momento!

• la bassa temperatura: la cottura, avvendo appunto in modo lento e prolungato (aspetto che può essere in realtà anche uno svantaggio!), non provoca degli shock termici alterando le proprietà nutrizionali dei cibi.

 

E’ opinione diffusa che una pietanza bollita sia poco gustosa e appetitosa… Provate ad aromatizzare l’acqua di cottura con spezie ed odori e vi ricrederete!

 

Molti credono che cuocere una verdura a vapore o bollirla sia equivalente. Sbagliato!

Quali sono le differenze allora tra cottura a vapore e bollitura?

 

La principale diversità e al tempo stesso pecca della cottura per ebollizione è rappresentata dalla perdita in acqua dei nutrienti. Alcuni alimenti, gli ortaggi in primis, rilasciano nell’acqua gran parte delle loro vitamine e dei sali minerali, che sono idrosolubili. Gli spinaci, per esempio, cotti in acqua bollente perdono tutto il contenuto di vitamina C. Per questo il nostro consiglio è di bollire sempre con poco liquido.

Quando invece prepariamo una minestra, una zuppa o una salsa, la bollitura è l’ideale perché tutto rimane nel liquido che comunque consumiamo.

 

Come si effettua la bollitura?

 

Esistono in realtà due modi diversi:

1) immergendo l’alimento nell’acqua fredda, sistema indicato soprattutto per la preparazione di brodi, per la cottura di legumi secchi, di uova sode, di patate con la buccia o di pesci.

2) immergendo l’alimento nell’acqua bollente, metodo invece da utilizzare per sbianchire gli ortaggi o per cuocere zuppe, pasta e cereali vari.