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L’autunno è dolce in Emilia-Romagna

L’autunno è una poesia sussurrata che addolcisce il cuore e fa venir voglia di contemplare i dettagli, le sfumature. L’Emilia-Romagna meno nota, fatta di deliziosi borghi e scrigni naturali, è la destinazione ideale per perdersi a osservare la meraviglia.

Natura d’autunno tra il lago di Ridracoli e Premilcuore
Rigogliosi boschi colorati d’arancio si stringono attorno ad acque color smeraldo: è il Lago di Ridracoli. Stretto e lungo, incorniciato da ripidi versanti, fa pensare a un fiordo norvegese di selvaggia bellezza. A un’estremità il “Gigante della Romagna”, la spettacolare diga artifi ciale che ne ha consentito l’origine. Ridracoli è luogo di quiete, dove il respiro delle Foreste Casentinesi si fa più intenso. L’autunno è la stagione perfetta per innamorarsene, scegliendo tra un sentiero nel Parco fi no al rifugio Ca’ di Sopra, un giro in canoa o un rilassante pic nic. A poca distanza, un’acqua ben più impetuosa crea un paesaggio
di altrettanto fascino: è la cascata della Sega, dove il fi ume Rabbi si tuffa dalle rocce dando vita alle piscine naturali più belle di Romagna. Alle spalle, il borgo murato di Premilcuore (FC) che conserva quasi intatto il suo nucleo medievale, dominato dai resti dell’antica Rocca.

Lungo la Destra Po: elogio alla lentezza
L’aria è più fresca, i colori più morbidi: in autunno la Destra Po è un invito ad andare piano, fluendo al ritmo del Grande Fiume. Verso la fine di questo percorso in bici che accompagna il Po, si scorge l’imponente mole del Castello di Mesola (FE), lì dalla fine del ‘500 a segnare il confine di un’immensa tenuta di caccia della famiglia estense. A fare da cornice, infatti, il Boscone della Mesola, riserva naturale dove vivono tranquilli daini, tassi, picchi e cervi autoctoni. Si sale nuovamente in sella per pedalare fino a Goro (FE), che con il suo porto chiassoso interrompe la distesa verde e trasporta in un’atmosfera marina. Da qui, è d’obbligo un’escursione in barca tra isole, scanni e canneti per ammirare il volo di un falco, la danza di una gru o le movenze dei fenicotteri rosa.

Un tuffo nel colore: itinerario tra i borghi più colorati dell’Emilia-Romagna
L’anima variopinta di questa regione si esprime anche sui muri delle case: quando ancora la parola street art non esisteva, il piccolo abitato medievale di Dozza (BO) già si colorava d’arte. È del 1960 infatti la prima edizione della Biennale del Muro Dipinto, nata con l’obiettivo di trasformare il borgo in una galleria a cielo aperto. Artisti da tutti il mondo hanno esaltato architettura e storia, creando una favola senza tempo. Le fiabe – quelle classiche – vivono anche sui muri di Bersani (PC): tra le magie di Alice nel paese delle meraviglie e lo sguardo curioso di Pinocchio, è un attimo tornare bambini. Ma è a San Giovanni
in Persiceto (BO)
che l’arte di strada si trasforma in un racconto eccezionale: lo scenografo di “2001 Odissea nello spazio” Gino Pellegrini ha trasformato Piazzetta Betlemme in un colorato viaggio onirico, portando colore dove c’era oblio.

Autunno lento: viaggio tra le città slow dell’Emilia-Romagna
In 13 città dell’Emilia-Romagna l’arte del buon vivere è diventata un manifesto. Sono i borghi del Movimento Città Slow, la Rete Internazionale delle comunità che vivono in armonia con l’ambiente, rispettose delle tradizioni e sensibili al consumo di prodotti locali. Tra questi Santarcangelo di Romagna (RN), dove lo spirito goliardico e le avanguardie culturali si intrecciano alla continua ricerca della poesia del vivere; Brisighella (RA), con le sue case color pastello ai piedi di tre colli, su cui svettano
eleganti la Rocca Manfrediana, il Santuario del Monticino e la Torre dell’Orologio. A un’oretta da qui Galeata (FC), con le sue viuzze silenziose e le atmosfere di influenza toscana, a stupire con le tracce del suo florido passato: ancora si scorgono il teatro e gli impianti termali.

I briganti che fanno rinascere un borgo
Erano gli anni ’90 quando il piccolo paesino di Cerreto Laghi (RE), ai confini tra l’Appennino Emiliano e quello Toscano, stava per rischiare l’abbandono. Ma un gruppo di abitanti non si è arreso a questo destino: costituiti in cooperativa e rimboccate le maniche, sono ripartiti dalla forestazione del bosco e dal
recupero di tradizioni e antichi mestieri. “Il futuro è di chi lo fa”, questo il motto dei Briganti del Cerreto che hanno ridato splendore al piccolo paese medievale in pietra d’arenaria e legno di castagno. Qui il turista diventa parte della comunità e può vivere esperienze immersive come dormire in un vecchio
mulino ristrutturato ascoltando alla sera le storie degli anziani del paese, pescare la trota o avventurarsi nei boschi insieme agli abitanti.