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La certificazione D.O.C.G.

In un panorama, quello enologico, estremamente diversificato e composito, la sigla DOCG, acronimo di Denominazione di Origine Controllata e Garantita, viene attribuita ai vini italiani più pregiati.

Generalmente si tratta di vini che hanno già conquistato il pubblico ed il mercato sia nazionali che internazionali e che pertanto portano alta la bandiera del Made Italy in tutto il mondo. L’azione del Ministero in questo senso è determinante nel promuovere la valorizzazione di produzioni di qualità tipiche del territorio.

 

Ma che differenza c’è tra i vini DOC e i vini DOCG?

 

I vini DOCG non solo osservano il disciplinare valido per ottenere la certificazione DOC, ma vengono sottoposti ad un ulteriore severo controllo organolettico durante la fase dell’imbottigliamento da parte di enotecnici ed enologi. La certificazione DOCG è dunque la più alta ottenibile. Perché un vino DOC possa diventare DOCG, deve trascorrere un periodo di 5 anni.

Al termine degli esami di qualità, i vini che ottengono la certificazione devono recare sul collo della bottiglia un sigillo in filigrana prodotto dall’Istituto Poligrafico dello Stato e rilasciato dalla Camera di commercio o dal Consorzio di Tutela agli imbottigliatori. Il contrassegno, con cui si numerano le bottiglie prodotte, è per il consumatore garanzia di origine e di qualità. Per i liquori vale l’eccezione per cui il sigillo non e’ sul collo della bottiglia ma sul tappo.

I vini DOCG inoltre devono essere venduti in recipienti capienti al massimo fino a 5 litri.

 

Come possiamo essere sicuri che si tratti di un vino davvero DOCG?

 

Attenzione all’etichetta!

Nel caso di vini DOCG essa deve riportare necessariamente le seguenti informazioni:

 

– Il nome della regione d’origine del vino.

 

– Il nome oppure la ragione sociale dell’imbottigliatore insieme all’indicazione del Comune, della frazione e dello Stato della sede principale.

 

– Il volume, che deve essere espresso in litri, centilitri o millilitri. Le abbreviazioni sono sempre il lettere minuscole tranne che per il litro.

 

– La gradazione alcolica del vino, ossia la quantità di etanolo contenuta.

 

– Il lotto di produzione che aiuta a riconoscere l’annata ed è determinato dal produttore o dal confezionatore; è preceduto dalla lettera “L”.

 

Quanti DOCG esistono ad oggi?

 

I vini italiani che hanno ottenuto il riconoscimento DOCG sono attualmente 62, con Piemonte, Toscana e Veneto le regioni da cui arriva il maggior contributo.