Il piatto unico è la soluzione proposta da esperti di nutrizione dell’Harvard School of Public Health, e condivisa dal nostro direttore responsabile, il Dr. Filippo Ongaro, con lo scopo di fornire all’organismo, in ogni pasto della giornata, tutti i nutrienti di cui ha bisogno. Secondo i più recenti studi, infatti, è importante che i nostri piatti rispettino ogni giorno le seguenti combinazioni alimentari:
– 50% di frutta e verdura, nello specifico per il 35% da verdura e per il 15% da frutta.
– 25% di alimenti fonte di carboidrati come cereali integrali o derivati o patate;
– 25% di alimenti fonte di proteine animali o vegetali (esempi: carne rossa/bianca, pesce, uova, formaggi magri, legumi).
L’idea del piatto unico quindi, si basa sul concetto che gli alimenti non debbano essere suddivisi a seconda del pasto. Secondo questo principio, non è vero, per esempio, che si devono evitare i carboidrati a cena. La giusta regola è che gli alimenti siano combinati insieme rispettando alcune proporzioni.
Inoltre è importante:
– Assumere circa 1,5-2 litri d’acqua al giorno (anche attraverso gli alimenti);
– Fare attenzione ai grassi saturi, trans e idrogenati;
– Ridurre il più possibile il consumo di zuccheri;
– Fare regolarmente attività fisica.
Interessantissimo e molto istruttivo.Ringrazio e saluto.
innanzitutto vi ringrazio,vorrei un consiglio per quanto riguarda lo zucchero,non riesco a rinunciare,grazie cordiali saluti
Ciao Rina, di sicuro non sei la sola 🙂 Una buona fetta della popolazione mondiale trova difficoltà a staccarsi dagli zuccheri per via del loro contributo alla secrezione di ormoni legati alla nostra felicità come la dopamina. Il migliore aiuto in questo caso è dare al cervello un impulso dello stesso tipo ma da fonte diversa. Lo sport, specie se misto fra aerobico e anaerobico, dà un forte senso di appagamento. Dal punto di vista nutrizionale, puoi puntare su alternative analoghe ma con un indice glicemico inferiore come il miele o lo zucchero di cocco.
una alternativa potrebbe eseere la “stevia ” ?
Ciao Giulianna,
gli studi relativi agli effetti sulla salute umana sono ancora in corso, il suo utilizzo come dolcificante è stato autorizzato dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e nelle etichette alimentari viene indicata con il codice E960. L’EFSA ha stabilito la dose accettabile di consumo giornaliero in 4 mg/kg di peso corporeo (una persona di 70 kg dovrebbe consumarne non più di 280 mg al giorno).
Ti consigliamo comunque di fare attenzione alle quantità poiché la stevia ha un potere dolcificante circa 300 volte maggiore rispetto al saccarosio (zucchero da tavola) e quindi va dosata adeguatamente per non correre il rischio di ottenere un prodotto estremamente dolce. L’altra variabile da tenere in considerazione è il gusto, poiché la stevia presenta un retrogusto che ricorda la liquirizia.
Infine, fai attenzione a non abusarne: potrebbe causare ipotensione e diarrea.
Speriamo di esserti stati utili 🙂
Ti auguriamo una buona giornata!